A DRUM IS A WOMAN
primo passo
Ispirazione e materia di questa performance, primo passo verso lo studio dello spettacolo multimediale omonimo è ancora una volta il modernismo afroamericano, e in modo particolare la visione del grafico e incisore Aaron Douglas, artista fulcro della Harlem Reinassance. Territorio della ricerca sono le relazioni tra corpo sonoro, corpo virtuale e corpo fisico, dove si musura la potenza astratta del movimento in rapporto all’iconografia, al segno, al gesto e alla sua intraducibile semantica.
Drum is a Woman si pone inoltre al centro di un’indagine sul manufatto artistico. all’origine della ricerca c’è le modalità della body painting, qui sostituita da una traccia organica, che diviene pittura grazie all’efficacia dei materiali e della tecnologia.
Ciò che viene reso visibile non è altro che l’ombra della rappresentazione, la visione attraverso il diaframma: qui è il supporto stesso ad essere diaframma, e cornice di un corpo che compie un’azione. ciò che resta è il residuo del gesto, l’ombra dell’ombra: quello che vediamo non è l’ombra della rappresentazione (Platone) e non è la “traccia del corpo su di un altro corpo” (Spinoza); è il corpo stesso che si rende ombra nel rappresentarsi; e ciò che si vede è la traccia di quel gesto.
Tra essere e rappresentare, tra differire ed assimilarsi, l’eterno dilemma del diverso.
Infine, i rimandi alla pittura monocroma e allo studio del colore sono evocati dal passaggio cromatico dei led RGB, in un costante dialogo tra tradizione e ricerca.
(“…siete salvo! Cosa ha gettato su di voi tanta ombra? -Il negro…il negro..!”) (Herman Melville, Benito Cereno, 1855)
Ideazione, creazione, regia, suono: Letizia Renzini
Creazione, Coreografia, intepretazione: Marina Giovannini
Realizzazione Lastra Matteo Menduni
Programmazione software Riccardo Canalicchio
Residenza creativa CanGo Cantieri Goldonetta
Organizzazione e produzione: Luisa Zuffo
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