INDAGINE DI UN CANE
Dalla lettura di Indagini di un Cane di Kafka (1922) si è immaginato uno spettacolo multi- mediale che riflettesse formalmente e linguisticamente sull’idea del Modulo, e che da un punto di vista semantico usasse il modulo come forma base, come cellula primaria di una composizione multilinguistica.
In una composizione multimediale (danza, live music, video, testo) liberata dalle questioni gerarchiche e dagli sviluppi drammaturgici tradizionali, intraprendiamo una ricerca verso l’armonia (possibile, impossibile) nei territori drammatici della relazione. La Relazione tra analisi e intenzione, la Relazione tra i corpi, dei corpi con lo spazio, tra corpo fisico e corpo digitale (attraverso i video e il suono).
Mentre un corpo si misura con le fome e i volumi di un’architettura “a misura di animale” tentando una verticalità, l’altra presenza resta schiacciata a terra, abitando il contesto, riempiendolo di suono.
Metaforicamente, la nostra riflessione verte sul rapporto tra il singolo e potere. Sulla distan- za incolmabile tra intenzione individuale e attuazione collettiva. Sul “ritardo” del singolo causato dall’inserimento nella collettività. Cominciamo il percorso esplorando il concetto di Misura, forma base per la nostra composiizione, e quello di latenza inteso come tempo dell’elaborazione. Digitale ed analogica, la latenza del corpo e quella della mente.
Letizia Renzini, ideazione, live mix
Marina Giovannini coreografia, danza